Una stazione, un treno, delle valigie (troppe), una sciarpa e chissà perché (è solo un caso) ci sono anche sei personaggi (due ragazzi e quattro ragazze).
Uno solo dei sei (quello con la sciarpa) è in partenza; il suo volto sembra un crogiuolo di sentimenti.
Gli angoli della bocca sono in netto contrasto tra di loro. Il sinistro è rivolto verso l’alto, come in un sorriso di chi è felice della partenza. Il destro invece prende tutt’altra direzione lasciandosi cadere verso il basso, come quei vecchi che vivono nel ricordo di un passato soggettivamente colorato, con un presente incolore e senza l’ombra di un futuro.
La fronte corrugata, esprime il dubbio di chi non è sicuro di aver deciso per il meglio.
I suoi occhi compendiano tutto questo muovendosi in ogni direzione, come se stessero scivolando per un passato piacevole, un presente certo, fino ad arrivare ad un futuro incerto ma forse migliore per certi aspetti.
E per concludere il tutto viene condito oltre che da immagini e sensazioni, anche da innumerevoli sensazioni.
Gli altri salutano. Una ragazza piange e ride allo stesso tempo (quasi come in una crisi isterica).
Il treno parte.
Ciao, ciao... scrivici, ricordati di noi.
Pensatemi, scrivetemi... Non possiamo più sentirci.
Vado a sedermi, mi levo il cappotto, mi lascio la sciarpa, proprio bella questa sciarpa, mi piacciono i due colori, mi piacciono le persone che me l’hanno regalata, mi dispiace lasciarle ma è necessario.
Dopo un paio d’ore di viaggio, la signora che mi è seduta di fronte rompe il silenzio e bruscamente mi chiede: “Di che si occupa?”
Ed io: “Sono uno Psicologo”
Ah!” esclama, con un misto di meraviglia e di gioia la curiosa signora, “che bello, mi predice il futuro?
Ecco qua, mi ha scambiato per “Branco e le stelle”.
Le dico: “Ehm.. vede signora, io sono uno Psicologo non un Astrologo”. Speriamo abbia capito.
E lei: “Ah, ho capito”.
Meno male.
“Allora mi legge la mano?” mi dice mostrandomi la mano sinistra e attendendo una mia risposta.
Ed io con pazienza: “Signora, la mano la legge il chiromante non lo Psicologo”.
Seccata la signora non parla più. Mi osserva, mi scruta, chissà forse pensa: “Questo Psicologo è un incapace, ma dove l’ha presa la laurea, l’avrà comprata”, oppure “mi sta leggendo il pensiero e fra poco mi addormenterà e mi ruberà tutto”.
No, non indovino il futuro, non leggo la mano o il pensiero, non guarisco con le mani. Sono solo uno Psicologo, che vuole cercare di aiutare le persone a vivere meglio. Come? Imparando ad utilizzare appieno quelle risorse che tutti noi abbiamo, ma chissà per quale motivo non utilizziamo se non in rari e fortunatissimi casi.
Dott. Rocco Luigi Gliro
Psicologo Psicoterapeuta Matera
Psicologo Psicoterapeuta a Matera
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